Il territorio sul quale sorge l’attuale frazione di Campoferro, compresi i cascinali nelle vicinanze, fa parte della pianura vogherese estesa dagli Appennini al fiume Po. Secondo le Notizie dei terreni del territorio vogherese di M. Baratta, in tempi remoti questa pianura deve essere stata una landa deserta, attraversata da numerosi fossi e altri piccoli corsi d’acqua che l’avranno allagata in diversi punti, trasformandola in un’area paludosa. Con il passare del tempo, il movimento livellante delle acque deve aver reso possibile la bonifica del terreno da parte dei primi abitanti. È probabile che il territorio di Campoferro sia stato tra i primi della pianura vogherese ad essere colonizzato, considerata la sua posizione relativamente elevata e vicina alle prime colline dell’Appennino.
Inoltre, nelle vicinanze di questo territorio si trovava l’antica Iria, un centro abitato prima dai Liguri Iriati (provenienti dal Golfo del Tigullio, tra i primi ad aver popolato l’area dell’Oltrepò nel V – IV secolo a.C.), diventata successivamente una colonia e poi un municipium romano (ovvero una comunità cittadina legata a Roma, i cui abitanti erano però privi di diritti politici).
Quando cominciarono le prime migrazioni di genti barbariche provenienti dal nord e dall’est, tutta la pianura vogherese fu devastata più volte, a cominciare dai primi secoli dell’era cristiana fino alla caduta dell’Impero romano d’Occidente [476 d.C.], riducendosi così ad un campo di rovine. Anche il nucleo abitato di Iria venne distrutto quasi completamente.
La prima notizia storicamente certa che fa riferimento al territorio di Campoferro si trova in un documento dell’anno 908, nel quale appare una donazione di una “Corte di Casale” fatta da Garibaldo conte di Tortona e Voghera al monastero del senatore di Pavia. Gli storici locali ritengono che questa “Corte di Casale” sia una denominazione riferita a un piccolo gruppo di case corrispondente all’attuale Lazzaretto. Infatti con il nome di “corte” o “villa” erano indicati piccoli centri fortificati, in questa epoca utilizzati specialmente per difendersi dagli Ungari.
Questa concessione del conte Garibaldo fu la causa di diversi scontri continui tra il monastero di Pavia e la pieve di San Lorenzo di Voghera.
Un altro documento riguarda il territorio di Campoferro: si tratta di un diploma di Ottone III dell’anno 1001, nel quale è testimoniata una concessione al monastero del Salvatore di Pavia di un castello e delle terre annesse, un complesso chiamato “Braidae de Castro Astulphorum”. Probabilmente questo castello sorgeva nella regione a sud-ovest di Campoferro, chiamata ancora oggi Braide. Alcuni storici locali ritengono che “Castro Astulphorum” possa essere stato il nome primitivo di Campoferro.
Gli storici locali raccontano che Federico Barbarossa, impegnato nel 1175 nell’assedio di Alessandria, avendo saputo che le truppe della Lega Lombarda si stavano avvicinando, avrebbe interrotto l’assedio di Alessandria per trasferire velocemente le proprie truppe a Voghera e si sarebbe accampato nei pressi di Montebello. Tuttavia non si arrivò allo scontro, perché intervennero le autorità locali civili ed ecclesiastiche, fra cui forse i Benedettini di Montebello e i canonici di San Lorenzo di Voghera, per mezzo delle quali si giunse a una tregua d’armi firmata il 17 aprile 1175.